Pubblichiamo un articolo del dott. Emilio Corvino, dentista in Borgo San Lorenzo, uomo di scienza, impareggiabile amante della verità. I dati citati sono aggiornati al 31 marzo 2020.
di Emilio Corvino
Disinformazione e confirmation bias
In questi giorni di quarantena la rete e i social media sono stati inondati da informazioni e, dato l’enorme impatto che questa pandemia sta avendo sulle nostre vite, ognuno di noi è andato alla ricerca di notizie e dati per farsi una propria idea in questo flusso incessante e sregolato di notizie. La ricerca delle informazioni, tuttavia, è spesso influenzata da un fenomeno definito confirmation bias in virtù del quale tendiamo molto più facilmente a credere a informazioni che confermino le convinzioni che già possediamo.
Per cercare di arginare la diffusione di bufale e disinformazione scientifica, Facebook, Google e Twitter hanno stretto un accordo con il ministero della Salute per rimandare tutte le ricerche su Coronavirus al sito istituzionale del Ministero della Salute. Ma, ciò nonostante, il virus della disinformazione si è diffuso con la stessa velocità del virus che provoca la COVID-19, tanto da mettere in allarme la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, che è arrivata a parlare di “infodemia”.
Vere e proprie bufale, come quella relativa al vagone ferroviario che, con tanto di scritta COVID-19, avrebbe trasportato il virus in giro per il mondo come un moderno Orient Express, o quella relativa al servizio andato in onda nel 2015 sul TG3 Leonardo intorno alla costruzione di un virus in laboratorio, che alla valutazione di un inesperto sembrava a tuti gli effetti il famigerato SARS-CoV-2: veri erano sia il servizio del Tg3 Leonardo che l’articolo scientifico al quale il servizio era dedicato, ma naturalmente il virus di cui si parla nell’articolo non è il virus responsabile di questa epidemia. Questa bufala ha avuto enorme impatto mediatico e i cellulari di tutti noi sono stati inondati da decine di messaggi contenenti il video incriminato, tanto che la prestigiosa rivista Nature ha dovuto aggiungere una nota introduttiva alla versione on line dell’articolo incriminato.
N.d.r. marzo 2020: siamo consapevoli che questa storia viene usata come base per delle teorie non verificate sul fatto che il nuovo coronavirus che causa la COVID-19 sarebbe stato costruito in laboratorio. Non c’è alcuna prova che ciò sia vero; gli scienziati credono che la causa più probabile del coronavirus sia un animale.
Questo è un esempio tipico di disinformazione scientifica, nel quale notizie vere vengono estrapolate dal loro contesto e mal interpretate, a volte in mala fede, a volte per mancanza di competenze.
Il conteggio dei morti
Un’altra notizia sta rimbalzando in queste ultime ore ed è cavalcata da chi tende a ridimensionare la portata di questa epidemia, arrivando a sostenere che in questo primo trimestre 2020 in Italia ci siano stati meno deceduti rispetto allo stesso periodo del 2019.

I dati che queste persone stanno utilizzando a tal scopo provengono per lo più da due siti.
Il primo è il sito istituzionale dell’Agenzia Europea per il monitoraggio dell’eccesso di mortalità. Nonostante il sito dichiari che un eccesso di mortalità localizzato in aree geografiche ristrette può non essere rilevato dal sistema e che la pubblicazione dei dati è in ritardo di qualche settimana rispetto alla raccolta e analisi degli stessi, questo non ha impedito a molti di utilizzarli e sbandierarli a supporto della propria tesi negazionista.
Un altro sito che è stato usato a questo scopo è quello di Italiaora.org, un “contatore” che in tempo reale fornisce dati sulla popolazione e sulla economia italiana. Il sito è piuttosto vago nell’indicare le fonti dei propri dati, linkando semplicemente all’istituzione di riferimento ma non al report o al database utilizzato. Avremmo voluto contattare i gestori del sito per avere chiarimenti, ma il form di contatto non è funzionante. Comunque, secondo quanto da loro dichiarato, utilizzano i dati più aggiornati a disposizione per fare delle proiezioni in tempo reale.
Ora, i dati sulla mortalità in Italia più aggiornati sono quelli messi a disposizione dal Sistema di Sorveglianza Mortalità Giornaliera, il cui ultimo report è del 14 Marzo scorso. Già questo dovrebbe far riflettere, visto che in quella data le morti associate a COVID-19 erano “solo” 1141, mentre oggi sono ben 12428, quindi più di 10 volte di più nell’arco di soli 17 giorni. Ma la cosa più significativa è la modalità con la quale il sistema di sorveglianza raccoglie ed elabora i dati: non certo da tutti i quasi 8000 comuni italiani, ma utilizzando un campione di 34 comuni e tra questi solo Brescia è tra quelli drammaticamente colpiti dalla epidemia. È quindi facile comprendere come il dato riportato da questo sito non può essere significativo per valutare l’impatto di questa epidemia, sia dal punto di vista della tempistica che del tipo di campione.
Ad esempio secondo il contatore di Italiaora.org, alle 17.00 di oggi (n.d.r.: 31 marzo 2020) si sarebbero contati 1307 decessi in tutta Italia, mentre secondo i dati forniti oggi dal Dipartimento della Protezione Civile, alle 17.00 si contavano 837 morti solo per COVID-19. È evidente come questi dati non siano compatibili, perché significherebbe che quasi i 2/3 del totale dei morti di oggi in Italia, sarebbero morti per COVID-19, il che non è credibile. L’effettivo impatto di una epidemia con focolai localizzati in aree delimitate di una nazione e che colpisce prevalentemente una fascia di età ben definita, è invece messo ben in evidenza se i dati vengono suddivisi per fasce di età e per aree geografiche.
In questo documento elaborato dal Ministero della Salute e dal Centro Nazionale Prevenzione e Controllo Malattie i dati sono aggiornati al 17 Marzo 2020, quando i morti COVID-19 erano in totale 2503, mentre, come già evidenziato, ieri erano 12428. Nei grafici è possibile apprezzare il dato rilevato (linea continua) rispetto a quello atteso (linea tratteggiata). Nel grafico riservato alla città di Brescia, duramente colpita dalla epidemia, l’andamento del grafico è ancora più inquietante (dati aggiornati al 20 marzo).
A chi credere?
Come distinguere le false informazioni dalle informazioni verificate? Può sembrare banale, ma soprattutto in una situazione drammatica come questa, la cosa migliore da fare è affidarsi a siti istituzionali, come quello del Ministero della Salute o della Organizzazione Mondiale della Sanità. Bisogna inoltre valutare se il sito indica in modo preciso e diretto la fonte originaria dei dati che sono alla base della notizia. Questo è un principio fondamentale della Health on Net Foundation, organizzazione che promuove la trasparenza e l’affidabilità nella informazione sulla salute. Se un sito non indica chiaramente la fonte delle proprie informazioni, soprattutto se queste sono strabilianti, è bene cambiare sito e non perdere troppo tempo. Se poi vi resta qualche dubbio, una veloce verifica su siti di debunking come Bufale.net o come il disinformatico, dovrebbe aiutarvi a risolverlo.
Buongiorno,
ritengo che per fare chiarezza basterebbe parlare di “decessi totali” e non “decessi per Covid”, che è un dato poco chiaro.
Si sceglie la data del 2020 più vicina di cui si abbiano i dati certi dei decessi totali in tutta Italia e li si confronta con i dati del 2019.
Questo è l’unico modo per capire la situazione, ma nessuno lo sta facendo.
Perché?
Buongiorno,
innanzitutto grazie per la sua osservazione, con la quale non posso che concordare. L’odiosa poi distinzione tra decessi “con COVID” e decessi “per COVID” lascia il tempo che trova. Non potremo mai sapere in quante persone l’infezione sia stata determinante, ma allo stesso tempo non possiamo sapere quante persone sono morte a casa e nelle residenze per anziani a causa del COVID e non hanno ricevuto tampone e quindi non sono registrate nel bollettino emanato dalla protezione civile.
Il dato di mortalità generale, come giustamente ha fatto notare, è il dato più significativo ed è quello riportato negli ultimi grafici dell’articolo.
Aggiungo che nel frattempo è stato reso disponibile l’ultimo report sull’Andamento della Mortalità Giornaliera. Nei grafici che allego è evidente come l’andamento della mortalità giornaliera nel nord Italia è assolutamente superiore al dato atteso rispetto ai numeri degli anni precedenti, mentre il dato al centro-sud registra un leggero incremento, seppur statisticamente significativo.
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Questo a mio modesto parere è l’effetto delle azioni di contenimento che hanno permesso di limitare la diffusione in altre aree del paese.
A livello nazionale, come può vedere nella tabella linkata qui sotto che riporta i numeri registrati nelle città campione, il dato di mortalità totale è stato superiore del 18% rispetto all’atteso (dato statisticamente significativo) con un range che va dal 0% per la città di Roma all’88% per Brescia. Anche in questo caso la città di Bergamo non è parte del campione:
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